“All’ombra dell’ultimo sole s’era assopito un pescatore…”

Il pescatore è una delle canzoni più famose di De André. Scritta insieme a Franco Zauli e Gianpiero Reverberi, viene pubblicata nel 1970, anche se la versione più conosciuta è quella che De André esegue insieme alla Premiata Forneria Marconi (in occasione del tour del 1979). La canzone parla di un vecchio pescatore che riposa sulla spiaggia. Viene svegliato da un assassino che gli chiede da bere e da mangiare.

L’omicida non si nasconde e dice chiaramente, senza troppi giri di parole: “dammi il pane, ho poco tempo e troppa fame” e poi “dammi il vino, ho sete e sono un assassino”. Il vecchio pescatore, nonostante tutto, lo aiuta senza fare domande e il fuggitivo riesce a scappare dai due gendarmi che lo stanno cercando e che domandano al vecchio “se lì vicino fosse passato un assassino”. Ma ormai l’uomo si è addormentato e non dà loro risposta.

La canzone è spesso considerata come una scena di carità cristiana: il criminale viene immediatamente aiutato dal vecchio, che “[versa] il vino e spezza il pane per chi [dice] ho sete, ho fame”. Questo simboleggia l’Eucarestia e richiama il perdono cristiano. Infatti, il vecchio pescatore non tratta l’assassino come tale. Lui vede una persona che non è definita solo dalle sue azioni. Infatti, vede “due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura”. L’assassino non è visto come una minaccia, ma semplicemente come una persona, che merita di essere aiutata, senza esitazioni. Per il pescatore non importa che si tratti di un criminale, perché prima di questo resta una persona come chiunque altro. Dopo l’incontro con il pescatore l’assassino fugge via, ma qualcosa in lui è cambiato: ha percepito il “calore di un momento” che fa sì che “la memoria [sia] già dolore”. Potremmo interpretare questo passaggio come una conversione dell’assassino dopo l’incontro con Cristo.

Oltre alla metafora religiosa, De André include anche un riferimento alle sue idee anarchiche. Infatti, nella parte finale, la figura del pescatore decide di non collaborare con le forze dell’ordine: l’uomo porta fino in fondo il suo gesto d’aiuto, quindi d’amore, verso l’assassino, scegliendo di lasciarlo libero e di non consegnarlo ai gendarmi che sono sulle sue tracce. Decide quindi di non condannarlo, ma piuttosto di dargli una nuova vita. Anche questo è un richiamo ad un episodio biblico, ovvero la chiamata degli Apostoli da parte di Gesù, che li chiama a diventare “pescatori di uomini”.

La struttura circolare, con la stessa strofa in apertura e in chiusura, mostra un pescatore che riposa “all’ombra dell’ultimo sole”. Questa potrebbe essere una metafora della vita, che sta ormai volgendo al termine per l’anziano pescatore. L’uomo viene presentato con un aspetto sereno, imperturbabile. È interessante che sia l’unico personaggio a non dire nemmeno una parola. Nonostante questo, trasmette molto di più con il gesto d’amore che compie nei confronti di un uomo che non conosce, ma che si sente in dovere di aiutare.

Chiara Risso

Traduction en français :

« À l’ombre des derniers rayons du soleil un pêcheur s’était endormi… »

Il pescatore est l’une des chansons les plus célèbres de De André. Écrite avec Franco Zauli et Gianpiero Reverberi, elle est publiée en 1970, même si la version la plus célèbre est celle que De André chante avec le groupe Premiata Forneria Marconi (à l’occasion du tour de 1979). La chanson parle d’un vieux pêcheur qui est en train de reposer sur la plage. Il est réveillé par un assassin qui lui demande à boire et à manger. Le meurtrier ne se cache pas et lui dit clairement, sans ambages : « donne-moi le pain, j’ai peu de temps et trop de faim » et ensuite « donne-moi le vin, j’ai soif et je suis un assassin ». Le vieux pêcheur, malgré tout, l’aide sans lui poser de questions et le fuyard arrive à échapper aux gendarmes qui le recherchent e qui demandent au vieux « si dans les environs il avait vu un assassin ». Mais l’homme est désormais endormi et ne leur donne aucune réponse.

La chanson est souvent considérée comme une scène de charité chrétienne : l’assassin est immédiatement aidé par le vieux, qui « [verse] le vin et rompt le pain pour ce qui [dit] j’ai soif, j’ai faim ». Cela symbolise l’Eucharistie et fait écho au pardon chrétien. En effet, le vieux pêcheur ne traite pas l’assassin en tant que tel. Il voit une personne qui n’est pas définie uniquement par ses actions. En effet, il voit « deux yeux grand d’enfant, deux yeux énormes de peur ». Le meurtrier n’est pas vu comme une menace, mais simplement comme une personne, qui mérite d’être aidée, sans hésitations. Pour le pêcheur il n’est pas important s’il s’agit d’un criminel, parce qu’il s’agit, avant tout, d’une personne comme les autres. Après la rencontre avec le pêcheur, le tueur fuit, mais quelque chose a changé en lui : il a senti la « chaleur d’un instant » qui rend « la mémoire déjà douloureuse ». Nous pourrions interpréter ce passage comme un conversion de l’assassin après la rencontre avec Jésus-Christ.

Outre à la métaphore religieuse, De André inclut également une référence à ses idées anarchiques. En effet, dans la partie finale, le pêcheur décide de ne pas collaborer avec les forces de l’ordre : l’homme porte jusqu’au bout son geste d’aide, et donc d’amour, envers l’assassin, en choisissant de le laisser libre et de ne pas le livrer aux gendarmes qui sont sur ses traces. Il décide ainsi de ne pas le condamner, mais plutôt de lui donner une vie nouvelle. Celle-ci est une autre référence à un épisode biblique, c’est-à-dire l’appel des Apôtres de la part de Jésus, qui les invite à devenir « pêcheurs d’hommes ».

La structure en boucle, avec la même strophe au début et à la fin, nous montre un pêcheur qui repose “à l’ombre des derniers rayons du soleil ». Celle-ci pourrait être une métaphore de la vie, qui touche désormais à sa fin pour le vieux pêcheur. L’homme est présenté avec un aspect serein, imperturbable. Il est intéressant qu’il soit le seul personnage qui ne dit pas un mot. En revanche il transmet beaucoup plus avec son geste d’amour envers un homme qu’il ne connait pas, mais qu’il veut aider.

Chiara Risso

TESTO

All'ombra dell'ultimo sole
S'era assopito un pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso

Venne alla spiaggia un assassino
Due occhi grandi da bambino
Due occhi enormi di paura
Eran gli specchi di un'avventura

E chiese al vecchio dammi il pane
Ho poco tempo e troppa fame
E chiese al vecchio dammi il vino
Ho sete e sono un assassino

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
Non si guardò neppure intorno
Ma versò il vino e spezzò il pane
Per chi diceva ho sete e ho fame

E fu il calore di un momento
Poi via di nuovo verso il vento
Davanti agli occhi ancora il sole
Dietro alle spalle un pescatore

Dietro alle spalle un pescatore
E la memoria è già dolore
È già il rimpianto d'un aprile
Giocato all'ombra di un cortile

Vennero in sella due gendarmi
Vennero in sella con le armi
Chiesero al vecchio se lì vicino
Fosse passato un assassino

Ma all'ombra dell'ultimo sole
S'era assopito il pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso

 

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