Una visita a Villa del Principe

Tra le ville e le residenze extraurbane genovesi merita un particolare approfondimento la villa di Andrea Doria, conosciuta anche come il Palazzo del Principe.

Nella foto: Affreschi della Loggia degli eroi.

L’edificio venne costruito tra il 1528 e il 1533 per conto di Andrea Doria, protagonista in quegli anni di un’autentica rivoluzione politica ed istituzionale che portò Genova a passare dalla signoria francese all’alleanza con la Spagna. Essa sorge su terreni che, al tempo della costruzione, si trovavano fuori le mura e che vennero acquistati dalla famiglia Lomellini.

La villa fu realizzata su progetto di Perin del Vaga, allievo e collaboratore di Raffaello.

L’esterno della villa

Una delle caratteristiche principali è il magnifico giardino che precede l’atrio della villa, un giardino cosiddetto “all’italiana”, immerso in coltivazioni di specie arboree e floreali tra le quali spuntano le marmoree fontane del Tritone di Montorsoli, del Nettuno di Carlone e dei Delfini di Cosini. Il lato sud del giardino giungeva un tempo fino al mare e si concludeva con lo scalo privato di Andrea Doria, barbaramente sacrificato con l’apertura di via Adua, ma ancora in parte visibile se percorriamo la triste e degradata via Mura degli Zingari, stretta fra i piloni della Sopraelevata ed i binari della ferrovia. Sorte ben peggiore ebbe il versante settentrionale, completamente eliminato con l’apertura di via San Benedetto, della ferrovia e della successiva lottizzazione ottocentesca.

Inizialmente il Doria affidò l’intera progettazione del giardino a Perin del Vaga, poi si affidò a Mastronardi. Il lavoro più affascinante venne fatto costruendo una maestosa uccelliera, richiesta dal Doria, in cui tantissimi volatili andarono a nidificare. Vero fulcro del cortile però fu la Fontana del Nettuno, simbolo del giardino “all’italiana”.

Negli anni ‘30 del Seicento la meraviglia del giardino fu leggermente oscurata dalla costruzione delle mura a mare, che fecero perdere l’aperto affaccio diretto al mare.

Entrando all’interno dell’edificio ci si rende immediatamente conto del grandioso calibro del progetto. Doveva essere la villa più bella e maestosa, doveva primeggiare sulle altre. Il desiderio del Doria era proprio quello di creare una corte rinascimentale, adornata da personaggi illustri quali: Girolamo da Treviso, il Pordenone, il Beccafiumi e Silvio Cosini. Tra le stanze della villa venne inoltre ospitato anche Carlo V di Spagna, nel 1533, accolto dalla città con tutti gli onori del caso.

Gli affreschi di Perin del Vaga sono già visibili nell’atrio, caratterizzati da motivi grotteschi che indicano un’ispirazione alle decorazioni romane della Domus Aurea. L’attività è riscontrabile anche nell’area più celebre dell’edificio: La loggia degli eroi.

La loggia degli eroi si compone di cinque arcate che in origine davano accesso al giardino e che invece ora permettono di accedere agli appartamenti di Andrea Doria e della consorte Peretta Usodimare, situati rispettivamente a ponente e a levante.

Gli affreschi e gli stucchi che decorano le pareti della Loggia portano con sé un alto messaggio di esaltazione dinastica. Infatti sono raffigurati dodici guerrieri, quasi tutti in veste romana tranne uno, che è invece vestito con un’armatura moderna. Sono tutti membri della casata Doria, lo si capisce dallo stemma della famiglia che portano sullo scudo. Tra questi figura ovviamente anche Andrea. Gli affreschi sono sovrastati da un’iscrizione celebrativa alla dinastia: “PRAECLARAE FAMILIAE MAGNI VIRI MAXIMI DUCES OPTIMA FECERE PRO PATRIA” ovvero “I grandi uomini dell’illustre famiglia, capi supremi, fecero cose ottime per la patria”.

A chiudere le logge ci sono poi cinque volticelle superiori che riportano invece eroici esempi di patriottismo, di sacrificio e amore per la patria, di stampo romano. Tra essi figurano Marco Curzio, Furio Camillo, Muzio Scevola e Orazio Coclite.

Gli affreschi di Perin del Vaga non si esauriscono però nella Loggia. La sua attività infatti è riscontrabile negli appartamenti, nella Sala della Carità Romana, la Sala dei Sacrifici, la Sala dello Zodiaco, e di Perseo. Inoltre le aree dell’edificio aumentarono in seguito ai restauri voluti da Giovanni Andrea, aggiungendo la Sala di Paride, la Galleria Aurea e la Cappella di famiglia. Celebri gli affreschi della Galleria Aurea che fanno riferimento alla Battaglia di Lepanto, vennero realizzati da artigiani di Bruxelles. Notevoli furono anche i dipinti realizzati da Domenico Piola, Domenico Parodi, Bronzino e Aurelio Lomi.

Situata a poche centinaia di metri dalla stazione di Principe e dalla Stazione Marittima, spicca di fascino quando si percorre la Sopraelevata, da cui si può godere di una visita che permette un ritorno al ‘500. La villa è aperta ai turisti tutti i giorni dalle 10 alle 18 e il costo del biglietto è davvero irrisorio.

 

Francesca Galleano

 

Free Joomla! templates by Engine Templates

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all’uso dei cookie.