Palazzo Baldassarre Lomellini

Edificato a partire dal 1562 per Baldassarre Lomellini dall’architetto Giovanni Ponzello, l’edificio appartenne per un lungo periodo ai Salvago che ne acquisirono la proprietà alla fine del Cinquecento per poi venderla, nel 1770, a Cristoforo Spinola,

ambasciatore della Repubblica di Genova a Parigi, che ne rinnovò in chiave neoclassica forme architettoniche e decorazioni. Acquisito da Domenico Serra nel 1778, passò infine ai Campanella nel 1917. Pesantemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (1942), che colpirono il salone, la loggia e la sala da pranzo ovale, il palazzo venne ristrutturato senza però poter recuperare la decorazione originaria.
Della prima fase dell’edificio, affrescato da Andrea Semino e Giovanni Battista Castello con episodi di storia romana e Storie di Enea, rimane oggi testimonianza grazie ai rilievi che Pietro Paolo Rubens inserisce all’interno della raccolta I Palazzi Moderni di Genova, pubblicata ad Anversa nel 1652: l’edificio era organizzato in maniera leggermente difforme dalla consueta sequenza atrio-cortile giardino. Il giardino infatti, sviluppato a valle del palazzo e concluso da un piccolo ninfeo, era posizionato ad una quota superiore a quella dell’atrio, al quale era collegato attraverso uno scalone che sbarcava nello spazio di diaframmatico di una loggia balaustrata affacciata sul giardino stesso; al piano superiore la distribuzione ricalcava fedelmente il modello degli altri palazzi della via con il grande salone di rappresentanza affacciato a sud e preceduto da un vano aperto sulla strada in cui sbarcava la scala. Il prospetto, non molto dissimile da quello odierno, preceduto da un grande portale marmoreo con frontone centinato spezzato e fregio dorico a triglifi e metope, era coronato da una grande altana loggiata che permetteva al proprietario di godere della vista sulla città come è oggi possibile ancora fare da Palazzo Rosso.
Gli interventi settecenteschi (1771-1773) voluti da Cristoforo Spinola modificarono sia l’assetto distributivo, sia l’aspetto decorativo del palazzo cinquecentesco: organizzati dall’architetto francese Charles de Wailly e da Emanuele Andrea Tagliafichi, i cui progetti furono pubblicati a Parigi nelle tavole Encyclopédie di D. Diderot e J.B. d’Alembert, dotarono la dimora di un nuovo assetto neoclassico, di un atrio ovale a piano terreno e rinnovò completamente il salone al piano nobile, da quel momento in poi conosciuto come Salone del Sole, e due tempietti neoclassici sul terrazzo.

(VisitGenoa)

Free Joomla! templates by Engine Templates

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all’uso dei cookie.