Sestri Ponente
In epoca preromana erano probabilmente presenti in zona alcuni insediamenti, come dimostrerebbe la scoperta dei resti di un castellaro risalente all'età del ferro, avvenuta nell'estate del 1956 durante i lavori di ampliamento del cimitero di Sant'Alberto, nella zona occidentale della delegazione.
Il nome Sestri deriva dalla volgarizzazione del latino Sextum contenuto nella frase Sextvm lapis ab Urbe Januae, nome di un piccolo villaggio sorto, probabilmente, nel II secolo dove era posta la VI pietra miliare sulla strada consolare romana, via Æmilia Scauri che collegava Roma con Genova e successivamente con Vada Sabatia, l'odierna Vado Ligure.
Il villaggio, però, non aveva il suo centro nella zona attuale, bensì sulla collina retrostante, tra gli attuali rio Maltempo e torrente Chiaravagna; infatti la parte pianeggiante sulla quale Sestri è oggi costruita esiste solo da poco tempo. L'arretramento del mare è dovuto ad un fenomeno di bradisismo già in atto intorno all'anno mille.
È certo che anticamente il mare lambiva la collina e che poi si addentrava nella valle del torrente Chiaravagna giungendo fino alla zona del Priano formando così un piccolo golfo, chiamato golfo di San Lorenzo. A testimonianza di ciò sono state ritrovate ancore e anelli in ferro per l'ormeggio delle barche e anche le antiche carte di navigazione indicano l'esistenza di un piccolo porto tra la collina di San Giovanni e quella del Priano, colline sulle quali erano nati i nuclei originari del borgo.
Ma è su questa nuova terra prende man mano forma il nuovo borgo che darà vita alla Sestri attuale. Esiste un dipinto del 1238, considerato la più antica raffigurazione di Sestri Ponente, che ritrae una fila di case (facilmente identificabile con l'odierna via Paglia) a poca distanza dalla battigia.
Il borgo si è poi ingrandito progressivamente verso mare seguendo l'arretramento della costa ed è certo che ancora nel XVII secolo il mare arrivasse a sfiorare il centro storico di allora, tanto che la basilica di Nostra Signora Assunta fu costruita praticamente sulla spiaggia con l'entrata rivolta verso nord proprio per evitare che il mare in tempesta potesse entrare in chiesa.
L'epoca della Repubblica di Genova
Non si hanno notizie sicure sulla popolazione di Sestri Ponente fino al XV secolo. Agostino Giustiniani (Genova, 1470-1536), vescovo di Nebbio, nei suoi Annali della repubblica di Genova (testo pubblicato nel 1537, spesso ripreso da autori più tardi), afferma che a Sestri (Sesto) vi erano circa 800 fuochi, ovvero nuclei familiari, normalmente di 5 o 6 persone, dopo il centro di Genova il paese più popoloso tra i quelli che poi formeranno secoli dopo i quartieri della Grande Genova. Come termine di paragone, gli adiacenti Cornigliano, Multedo (Morzio), Pegli e Borzoli, secondo Giustiniani, avevano rispettivamente 66, 70, 250 e 110 fuochi, mentre quello che più si avvicina a Sestri è Voltri, che insieme ai suoi immediati dintorni aveva 740 fuochi.
Risalgono fine del XV secolo le prime notizie di un moderato sfruttamento minerario dell'entroterra di Sestri, nella zona di Serra e Timone (posta lungo la linea Sestri-Voltaggio), sulla base occidentale del monte Ramazzo (noto ora come cresta Rocca dei Corvi), inizialmente con estrazione e lavorazione del rame e delsolfato di ferro e, a partire dal XVIII secolo, con la produzione di solfato di magnesio. In zona sono tuttavia presenti molti altri minerali. Più diffusa, già dal medio evo, era la lavorazione della calce dolomia nella parte alta di Sestri, estratta dal monte Gazzo. Il Gazzo è composto in gran parte di pietra calcarea. La pietra veniva cotta in grandi fornaci a legna, che ancora si possono vedere lungo il torrente Chiaravagna e il rio Maltempo. Nel medioevo la calce di Sestri, considerata la migliore, era commercializzata nella vicina Genova e in altre parti della Liguria, costituendo ottima base per intonacare case e palazzi. Con l'avvento dell'industria siderurgica, la pietra calcarea del Gazzo è stata usata in grandi quantità, contribuendo alla parziale distruzione del monte.
Nel 1568 il marchese Francesco Spinola ordina la costruzione di un edificio da adibire a prigione, a fianco di palazzo Micone, costruzioni tuttora esistenti al centro della delegazione.
Il 1º maggio 1609, su autorizzazione del senato di Genova, venne costituito il capitanato di Sestri (prima facente parte di quello di Voltri), comprendente le aree tra Pegli e Cornigliano ed il relativo entroterra e retto da un capitano del popolo con carica annuale (dal 1º maggio al 30 aprile dell'anno seguente). Il primo capitano del popolo fu Andrea Spinola. Nel 1615 al capitano venne affiancato un Consiglio, composto da 15 cittadini e da 6 rappresentanti delle campagne.
Sappiamo, dagli scritti del frate sestrese padre Antero Maria Micone, che in occasione dell'epidemia di peste che colpì la Repubblica di Genova tra l'agosto del 1656e la fine del 1658 che nella sola Sestri morirono oltre cinquemila persone e che fu una vera strage.
A partire dal Seicento in tutto il genovesato vennero fatte costruire dalle famiglie della nobiltà genovese sontuose ville con maestosi giardini e in questa pratica Sestri Ponente è uno dei luoghi privilegiati. Delle molte edificate qualcuna è sopravvissuta: tra esse la Villa Rossi, unico polmone verde del quartiere tranne qualche piccolo parco moderno.
Sestri seguì, ovviamente, tutte le vicende politiche che coinvolsero Genova. Nel 1797 entrò a far parte della Repubblica Ligure e nel 1805, in seguito all'annessione della stessa, nel Primo Impero francese. Con le riforme amministrative apportate dalla Repubblica Ligure viene a cessare la figura del capitano del popolo.
Durante il periodo napoleonico furono attuate diverse riforme amministrative e le ville della zona vennero riunite in due comuni: San Giovanni Battista, posto sulle alture retrostanti, e Sestri Ponente, sulla base delle parrocchie allora esistenti. Inoltre Sestri divenne sede di uno dei Cantoni prima del Dipartimento del Polcevera, durante la Repubblica Ligure e poi del Dipartimento di Genova durante il periodo imperiale.
Nel 1810 Sestri ha un totale di 3134 residenti ed è ancora un piccolo borgo agricolo e marinaro ma, con la costruzione del primo cantiere navale, nel 1815, inizia la sua industrializzazione. Nei primi decenni de XIX secolo l'economia era comunque ancora basata sui traffici marittimi, in ambito ligure, e sull'agricoltura, soprattutto con la produzione di agrumi e frutta in genere, oltre che carciofi. Il cinquecentesco edificio delle prigioni risulta, secondo quanto riportato dal catasto napoleonico, sede del comune. Con l'istituzione dei mandamenti da parte del Regno di Sardegna diviene capoluogo di un mandamento comprendente i comuni di San Giovanni Battista, Multedo, Borzoli e Cornigliano. Nel 1832 venne autorizzata la costruzione di un cimitero nelle vicinanze della spiaggia, realizzato poi l'anno seguente, che tuttavia venne successivamente demolito durante il XX secolo per fare spazio all'espansione della cittadina. Nel 1856 vi è l'apertura della ferrovia Genova-Voltri, i cui binari passano a poca distanza dal mare e che nel comune di Sestri ha una stazione.
Nel 1845 la popolazione viene stimata in 4400 abitanti, ma nel 1898 Sestri ha già quasi 20000 abitanti che nel 1921raggiungeranno quasi i 30000.
La Sestri balneare
Nonostante il suo rapido sviluppo fino alla fine del XIX secolo Sestri era ancora considerata una località marinara, balneare e di villeggiatura. Erano molti i villeggianti che, nei mesi estivi, affollavano i suoi numerosissimi stabilimenti balneari tra i quali ricordiamo gli Ausonia, i Carlotta, i Colombo, i Diana, i Gille, i Grifone, i Nettuno, i Passeggiata, gli Spinola e i Tritone i cui servizi era, per l'epoca, di altissimo livello. Anche le spiagge libere erano molto frequentate dal popolo, mantenute pulite e sgombre dalle barche dei pescatori che le tiravano in secca nei punti loro dedicati: ad est a Calcinara "in ta Fossa" e, oltre la ferrovia, al centro nei pressi del viale delle Palme (oggi via Caterina Rossi) e a ovest in fondo a via de Amicis (zona oggi occupata da via dei Costo). Tutto questo finirà nel giro di pochi anni in seguito al tumultuoso sviluppo industriale.[15]
Dal Novecento ai giorni nostri
La trafficata via Chiaravagna, che costeggia l'omonimo torrente: in questa zona, fino alla fine degli anni sessanta, sorgeva il campo da calcio della F. S. Sestrese Calcio, dismesso per lasciare il posto all quartiere residenziale Rusca. I lavori di costruzione del quartiere iniziarono nel 1970.
Nel 1902 la Camera del lavoro di Sestri diviene autonoma rispetto a quella di Genova (fondata alla fine dell'ottocento) e ne viene nominato segretario il socialista Dino Bruschi. Nella notte tra il 5 e il 6 luglio del 1921 l'edificio verrà assalito ed incendiato da alcune squadre fasciste. L'anno dopo verrà ristrutturato dai militi della PA Croce Verde, che ancora oggi vi ha sede.
Il 22 settembre del 1903 viene eletto a sindaco l'ingegnere Carlo Canepa, il primo socialista a divenire sindaco di un comune italiano. Verrà rieletto più volte e sarà sindaco fino alle sue dimissioni l'11 luglio 1922, dimissione date dopo aver subito un'aggressione fascista. In seguito gli verrà dedicata una delle vie più belle, Il Viale, che da piazza Francesco Baracca porta verso la zona di San Giovanni Battista.
Il 13 ottobre del 1923 Sestri Ponente si ingrandisce unificandosi con il piccolo comune di San Giovanni Battista: la nuova realtà comunale avrà tuttavia vita breve, poiché nel 1926 il comune di Sestri Ponente viene soppresso, con Regio Decreto, e fatto confluire, insieme ad altri diciotto, nella costituenda Grande Genova.
Nel sentimento popolare, però, Sestri Ponente non entrerà mai a far parte a pieno titolo della città tanto che ancora oggi non è raro sentir dire ai suoi abitanti "andiamo a Genova" anziché "andiamo in centro"[18]. Anche perché Sestri Ponente, come altre "cittadine" che compongono la "Grande Genova", ha mantenuto sempre la sua identità, e per i sestresi (o meglio i sestrini, dal ligure "sestrin"), il centro del paese è rappresentato per eccellenza da piazza Francesco Baracca (già piazza Vittorio Emanuele), via Sestri (già via Garibaldi) e dalle contrade e vicoli storici intorno a queste (piazza dei Micone, via Paglia, via Alfredo D'Andrade, via Raimondo Amedeo Vigna).
La Sestri antica
Per secoli e fino alla prima metà del Novecento la parte centrale di Sestri era suddivisa in due quartieri: Castiglione e Lardara: il primo andava dall'attuale piazza Baracca verso levante, il secondo dalla piazza verso ponente. Stando ad alcuni documenti del XII secolo, oltre i due borghi centrali, la divisione amministrativa della cittadina comprendeva anche quattro "ville": Briscata, Gazzo, Piandelforno e Sorriva.
Borgo Castiglione prendeva il nome dal castello (probabilmente Castel Leone), situato anticamente (XII secolo circa) sulla collina di San Nicola a guardia dell'antico golfo di San Lorenzo. Lardara invece sembra che derivasse da "fune": probabilmente in quel quartiere anticamente veniva esercitata l'arte di "tirare le funi" (forse vi era un corderia) e da quell'attività la derivazione "Lardara o Larderia" che era appunto una specie di fune. Gradualmente, con l'industrializzazione e la crescita socio-economica Sestri cambiò e l'usanza di questa suddivisione scomparve dal gergo corrente. Alcuni anni fa nella centrale piazza Baracca sono state affisse due targhe che ricordano le due borgate ormai scomparse.
Di particolare interesse
Basilica di Nostra Signora Assunta
Chiesa della Santissima Annunziata della Costa
Natività di Maria SS. e San Nicola da Tolentino
Chiesa di San Francesco d'Assisi
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa della Natività di N.S. Gesù Cristo
Chiesa della Sacra Famiglia e San Giorgio
Chiesa dello Spirito Santo
Chiesa di San Martino
Santuario di Nostra Signora della Misericordia
Santuario N.S. della Misericordia (Virgo Potens)
Santuario di Sant'Alberto
Oratorio di San Giuseppe
Oratorio di Morte ed Orazione
Cappella Carrega
Cappella dell'Annunziata
Palazzo Fieschi
Villa Maria De Mari
Villa Spinola Pallavicino
Villa Parodi
Villa Rossi Martini
Villa Sciallero-Carbone
Grand Hotel di Villa Pessagno
Il Monumento ai Caduti
Il mercato ortofrutticolo