Vittorio Russo Delmonte
Inizio il viaggio tra i blogger genovesi con uno dei più noti ed attivi, Vittorio Russo Delmonte, 45enne genovese, che col suo sito “A MAE ZENA” Zena come la vedo io racconta di una Genova che in pochi conoscono, leggende, storie e curiosità.
L’ho contattato e mi ha risposto molto gentilmente, volevo fare “quattro ciarle” per sapere cosa lo spinge a gestire un blog, come nasce la passione per la sua città etc., ecco quello che, riassumendo (manco tanto), mi ha raccontato:
“Ho 45 anni e sono l’unico membro della mia famiglia d’origine nato a Genova: mio padre era campano e mia madre emiliana. Ciò nonostante mi sono sempre sentito figlio di questa città.
Ho frequentato le elementari alla G. Embriaco , medie e liceo all’A. Doria, i due più grandi condottieri genovesi… “nomen omen” come non poteva non nascere in me la passione per la Superba?
Già a 10/11 anni accompagnavo i parenti provenienti da fuori a visitare e mostrare con orgoglio i monumenti ed i luoghi più importanti di Genova. Certo conoscenze e linguaggio erano quelli di un ragazzino ma la passione era già manifesta in me. In quel periodo io, nato e cresciuto in Carignano, varcavo il ponte davanti alla Basilica per andare a giocare a calcio con e contro i miei coetanei di S. Donato, S. Siro, S. Bernardo. Calcavo i campetti di Sarzano ed ho imparato ad apprezzare quei ragazzini, io dei quartieri “bene”, la vitalità di quelli dove “il sole del buon Dio non da i suoi raggi”.
Quando potevo mi piaceva gironzolare nei caruggi , perdermi, bighellonare senza una meta precisa e mi sono reso conto, come cantato da De André in “Genova Blues”: “Se questi muri sapessero parlare…”
Negli anni mi sono procurato una collezione di libri di oltre 60 volumi che custodisco e consulto con cura, una sorta di “Sancta sanctorum”, tutti volti ad esplorare le mille sfaccettature della città.
Ho organizzato diversi percorsi nel centro storico raccontando “la mia Genova” ottenendo sempre un entusiastico riscontro perché è sul campo, “de visu”, che do il meglio di me.
Il tempo da strappare a lavoro e famiglia è poco, la tecnologia e i social imperano così mi ci sono “buttato” con la speranza, nel mio piccolo, di contribuire a mostrare una Genova diversa, più intrigante, di quella che la maggior parte di noi conosce.
Circa 2 anni fa ho costituito su FB un gruppo chiamato “Storia di Genova” che ora vanta circa 1700 iscritti e sul quale oltre a me, diversi cultori della materia, pubblicano foto, storie, racconti, curiosità.
In questo modo ho conosciuto diversi genovesi che, da anni, per motivi di lavoro, vivono all’estero (Canarie, Australia, Giappone, Usa. Francia) magari anche da un paio di generazioni e, attraverso i miei racconti, rivivono il tempo che fu e la “loro Genova”.
In molti mi hanno chiesto di pubblicare un libro, in attesa di scriverlo, magari un giorno lo farò, ad aprile dell’anno scorso ho aperto “A Mae Zena”. In origine avrebbe dovuto chiamarsi, scimmiottando Amazon, “Amazena” ma, per un errore di registrazione, si è autobattezzato “A Mae Zena”.
Scopo del sito è diffondere attraverso brevi letture di aneddoti, curiosità e racconti, la meravigliosa storia di Genova. Lungi da me avere pretese accademiche non ne possiedo né i titoli né le competenze. Cerco solo di trasmettere orgoglio e fierezza per il nostro passato nella speranza che possa essere di buon auspicio per un futuro migliore.
Se non sai da dove vieni, non sai né chi sei, né dove vai. Questo è quello che manca nei vertici di nostri amministratori locali, la conoscenza e la consapevolezza del nostro grande passato. Come quindi pretendere dagli altri rispetto per la nostra cultura se noi stessi ne siamo all’oscuro?
La mia Genova vuole essere un atto d’amore di un suo spasimante e una guida, un viaggio atemporale nell’anima della città, alla scoperta di monumenti, personaggi, curiosità, aneddoti, episodi, curiosità, pareri più o meno illustri… attraverso il viaggio dell’anima di Zena, in sostanza un viaggio all’interno della nostra anima, dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni.
Ormai Genova non è più un polo industriale, il terziario zoppica e il porto che l’ha resa grande nei millenni, per quanto importante, non è più così imprescindibile. Con internet e le nuove tecnologie merci e informazioni circolano indipendentemente dalla favorevole logistica della conformazione del nostro approdo.
E allora? Genova deve cambiare mentalità e convertirsi al turismo, dotarsi di strutture ricettive idonee ad ospitare e soddisfare i turisti. Tra clima, panorami, specialità gastronomiche abbiamo una base di partenza ineguagliabile… e poi la storia, i monumenti, l’arte… i nostri avi ci hanno lasciato un patrimonio inestimabile, a noi il compito di valorizzarlo e farlo diventare fonte di ricchezza per la comunità: siamo la terza città d’arte d’Italia, per numero ed importanza di chiese, secondi solo a Roma e a Napoli, un centro storico di smisurata bellezza, una continua scoperta e meraviglia, palazzi da re. Impariamo a conoscerli, a rispettarli a valorizzarli a pretendere che le istituzioni se ne occupino. La Genova di Montale, di Caproni, Sbarbaro, Dickens, Byron, Maupassant, Balzac, Valery, Montesquieu, Flaubert, Cechov, Soldati, Freud Nietzche… e molti altri, percorsi dell’anima da sondare. Se Firenze ha rappresentato il Rinascimento delle arti, Genova costituisce quello delle scienze. Per scienze intendo il campo marittimo delle strumentazioni di bordo, dei cantieri navali, delle rotte, delle scoperte geografiche… e poi gli impulsi al mondo economico, la banca gli interessi, i moltiplichi, la partita doppia, il concetto di “bancarotta”…
Ben venga l’Acquario, ma quando vedo turisti spaesati, prima o dopo averlo visitato, mi sento male, Genova è molto, molto di più… vorrei prenderli per mano e portarli nel dedalo delle meraviglie.
Genova è una matura e misteriosa signora talmente intrigante che per affascinare non ha nemmeno bisogno di svelarsi.
Ecco noi genovesi dobbiamo imparare a conoscerla ad amarla, a rispettarla e a mostrarla con sano orgoglio… non abbiamo niente da invidiare a nessuno.
Progetti per il futuro in materia?
Chissà se mi sarà concesso un libro che colmi queste carenze… esistono meravigliose storie cittadine scritte da illustri esperti, forse troppo auliche, interessanti per gli addetti ai lavori, ma lontane dalle persone della strada. Racconti da vivere e sfogliare quotidianamente, letture da un minuto, volte a stuzzicare senza pretese da storico che non sono. Questo mi propongo si, di affabulare e trasmettere il mio entusiasmo.
“Genova che è tutto dire” verseggiava Caproni in “Litania” troppe sono le meraviglie e gli aspetti che mi affascinano ma, pour parler, se dovessi scegliere, sceglierei il centro storico con i suoi profumi, suoni, odori.
In questo ambito colloco Porta Soprana con la sua stupefacente lapide “Se porti pace…” come il magico ingresso in un mondo incantato… e poi come, e mi riallaccio all’aspetto turistico, come non citare la Commenda da dove sono partiti i Crociati? Se fossimo una città seria ed attenta, in un mondo dove si sprecano libri, film e documentari in materia, davanti a dove è partito l’Embriaco ci dovrebbe essere una coda che parte dall’Expo. Infine S. Maria in Castello… vengono da ogni parte d’Europa a scoprirne i tesori… se chiedi ad un genovese non sa neanche che è stata una delle tre cattedrali cittadine. E che dire dei Forti, la maggior parte dei quali abbandonati e mal tenuti? Potrebbero essere il paradiso per trekking, mountain bike, deltaplano, pic nic, escursioni, manifestazioni teatrali. Qualcosa si sta muovendo, ma non abbastanza."
Davvero grazie Vittorio per il lavoro che fai, aiuti molti, foresti ma anche genovesi, a scoprire aspetti curiosi e sconosciuti della nostra città