Una famiglia in fuga da qualcosa o qualcuno. Un rumore spaventoso scandisce gli spostamenti da un piano all’altro, da un appartamento a un altro. A ogni spostamento si riparte alleggeriti di qualcosa: beni di prima necessità, oggetti, ricordi e sentimenti sembrano evaporare. Mano a mano che la famiglia sale di piano, gli appartamenti sono sempre più piccoli e malridotti, e solo la giovane figlia, l'unica a mantenere il ricordo di ciò che è stato, sembra accorgersene.
Su tutta la vicenda incombe lo Schmurz, metafora del mistero angoscioso del vivere, personaggio muto, immobile, eternamente presente, ma invisibile agli occhi dei protagonisti, tranne che della figlia. Maltrattato, picchiato, isolato dagli altri personaggi, senza apparenti ragioni, sembra il capro espiatorio di una società allo sbando Boris Vian (1920-1959) fu scrittore, attore, drammaturgo, ma anche ingegnere e trombettista, folgorante talento dell’esistenzialismo postbellico parigino. I costruttori di imperi viene definita dai critici la sua opera teatrale più matura. Appuntamento al Teatro della Tosse di Genova, dal 16 al 27 ottobre 2019, con I costruttori di imperi o lo Schmurz
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