Parole intraducibili
La lingua italiana, per quanto bella e molto efficace, presenta alcuni limiti che, in alcune situazioni, possono essere superati da quelle espressioni dialettali difficilmente traducibili.
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Foto di Paola Spinola
La storia secolare di Genova è ricca di vicende, aneddoti, curiosità e leggende che ci vengono tramandati da tempo immemore. Alcune storie ci raccontano un passato glorioso, altre appartengono a tempi più recenti, ma tutte fanno parte del nostro patrimonio culturale
Paola Spinola
La lingua italiana, per quanto bella e molto efficace, presenta alcuni limiti che, in alcune situazioni, possono essere superati da quelle espressioni dialettali difficilmente traducibili.
Una delle leggende più note che aleggiano a Genova è quella del “cane di San Lorenzo” secondo la quale uno degli scultori impegnati nella decorazione della Cattedrale avrebbe smarrito il proprio compagno a quattro zampe durante le fasi finali della costruzione della Chiesa e che, in sua memoria, lo avrebbe scolpito sulla facciata della stessa.
Probabilmente pochi sanno che, fino ai primi anni Settanta, al posto dell’attuale campo sportivo c’era un lago artificiale, la cui realizzazione risale alla prima metà del '500.
Anche Genova ha i suoi cognomi tipici, diffusissimi sotto la lanterna e rarissimi lontano dalle mura amiche. Chiunque porti uno di questo ha spesso fatto i conti con la domanda :
”Sei mica parente di.....?” rispondendo immancabilmente: ”Belin, mezza città ha questo cognome.....”
Ci sono posti nel mondo in cui un genovese non avrà bisogno di interpreti, infatti esistono delle comunità, più o meno grandi, in giro per il mondo dove si parla (o si parlava) il genovese, ma facciamo un passo indietro.
Ogni uomo e ogni donna ha piccoli vezzi, usa idiomi particolari o è orgoglioso di piccole cose a volte senza senso. Quelle che ho raccolto qui sono proprie del “vero genovese doc”. Quindi se non ti riconosci in una buona parte di queste sei un “foresto”
Ogni genovese sa cosa significa. Magari non lo sa spiegare (spazzatura non vale) ma sa perfettamente come e quando usare questa parola. Ma qual è la sua origine? La sua etimologia vi stupirà: deriva da "ramenta", un lemma del tardo Latino, nato dalla trasformazione di "fragmenta", originario del Latino classico, che significa "frammenti", utilizzato per indicare avanzi, scarti, resti, etc… insomma: rumenta.
In Via del Campo , poco prima di Porta dei Vacca, si trova una piccola fontana, un fontanile eretto tre due colonne su una parete. Se passate tra la fontana e i palazzi vi troverete Piazza Vacchero, e qui, subito dietro al fontanile, una colonna quadrata con un iscrizione latina.
Ma facciamo un salto indietro di qualche anno.
Oggi vi racconto una storia che pochi conoscono, l’origine del nome di Piazza dell'Amor Perfetto. Tanti attribuiscono alla fiorente attività della prostituzione il nome di questa piazza e della via adiacente ma una leggenda racconta una storia un po' diversa...