La Nevriera del Righi

La necessità di avere un refrigerante per utilizzo alimentare e terapeutico ha spinto le popolazioni a conservare, per il periodo estivo/primaverile, la neve caduta in inverno.

Anche a Genova, con le “Nevriere” costruite sulle alture, riuscì a conservare ed avere la disponibilità di ghiaccio nel periodo estivo. Nel 1640 la Repubblica istituì la “Gabella della neve: Con ciò, la Repubblica vendeva il diritto esclusivo ad esercitare il commercio del ghiaccio ad un unico impresario. L’appaltatore della gabella, dopo una nevicata, assoldava lavoratori giornalieri per il riempimento delle Nevriere, pozzi tronco conici, con mura di sostegno in pietra a secco, profondi 4/5 metri e con un diametro di 10/12 metri. L’isolamento termico era costituito da uno strato di foglie secche e dal tetto conico costruito con pali e paglia. In estati, i dipendenti dell’appaltatore salivano alle Nevriere e tagliavano, di giorno, la neve ormai trasformata in ghiaccio, in blocchi del peso di circa 10 Rubbi (79 chilogrammi). Di notte, per limitare la fusione, i blocchi venivano trasportati a dorso di mulo al magazzino dell’appaltatore, in vico Neve, dove venivano venduti. La “Gabella della neve” cessò ufficialmente il 31 dicembre 1870.

Beppe Porsia

(Fonte: Club Alpino Italiano)

 

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