La Prima e la Seconda cinta

L'antico oppidum genuense sorgeva sulla collina di Castello, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici.

Non vi sono testimonianze di quale tracciato seguissero le fortificazioni preromane ma si può presumere che circondassero l'antico abitato, la cui pianta ellittica è ancora oggi chiaramente identificabile nel tessuto urbano e delimitata dalle vie di Mascherona e Santa Croce.

Nel 205 a.C., durante la Seconda Guerra Punica, la città, alleata di Roma, venne assaltata e distrutta dal cartaginese Magone. La ricostruzione fu affidata al proconsole Spurio Lucrezio, inviato direttamente dall'Urbe con tale incarico. La nuova città si sviluppò in quell'unica zona pianeggiante ai piedi della collina di Castello, seguendo il classico schema a scacchiera delle oppida romane. Ancora oggi si può riconoscere l'antico decumano in via San Bernardo e i vari cardina che lo intersecano.

Le mura circondavano sia la città romana sia la collina soprastante. Partivano dalla chiesa dei SS. Nazario e Celso (attuale chiesa di Nostra Signora delle Grazie) e seguendo il tracciato di via delle Grazie giungevano all'antico Foro, l'attuale piazza San Giorgio. La cinta proseguiva lungo la sponda sinistra della chiavica (via dei Giustiniani) fino a San Donato, da qui risaliva fino al piano di Sant'Andrea e, seguendo il crinale lungo l'attuale via Ravecca, giungeva infine a Sarzano. Le porte erano tre ed erano collocate in prossimità del Foro, a Sant'Andrea e a Sarzano.

La seconda cinta muraria, detta Carolingia, venne costruita nella seconda metà del IX secolo. Nel tratto da Sarzano a Sant'Andrea ripercorreva il tracciato di quella precedente per poi allargarsi e includere porzioni del nuovo abitato quali il Brolio e San Lorenzo. Scendendo verso il mare costeggiava questa chiesa ed una porzione di queste antiche fortificazioni è ancora visibile in via Tommaso Reggio, nel muro esterno del Chiostro dei Canonici. Qui si apriva la porta di Serravalle e un'altra, quella di San Pietro, era collocata in corrispondenza dell'arco fra piazza Cinque Lampadi e via San Pietro della Porta. La cinta proseguiva grossomodo lungo via di Canneto il Curto fino a giungere in piazza San Giorgio, dove si apriva la porta di San Torpete, e terminava in prossimità della chiesa dei SS. Nazario e Celso.

Sia la prima sia la seconda cerchia lasciavano "scoperto" il tratto fra la chiesa dei SS. Nazario e Celso e Sarzano poiché la conformazione della costa, a strapiombo sul mare, offriva una difesa naturale contro eventuali attacchi.

Paola Spinola

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