Circoncisione
Rubens a Genova
Lo stile barocco conquista la scena genovese grazie ai lavori di Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640).
Nato in una famiglia protestante, Rubens si converte al cattolicesimo mentre studia materie umanistiche ad Anversa. Avviata la sua carriera, nel 1600 si reca a Venezia e ha l'occasione di studiare grandi artisti come Tiziano, Tintoretto e Veronese. Entrato al servizio di Vincenzo I Gonzaga Duca di Mantova, viene mandato a Roma dove entra in contatto con l'arte antica, esegue copie di opere di Raffaello e Michelangelo e subisce l'influenza di noti autori a lui contemporanei come Caravaggio e i Carracci.
Nel 1604, al ritorno da un viaggio in Spagna per conto del Duca di Mantova, Rubens soggiorna a Genova per la prima volta. Qui conosce Ambrogio Spinola, che nel 1606 gli commissiona un ritratto della moglie, il Ritratto di Brigida Spinola Doria, conservato nella National Gallery of Art di Washington.
Durante il soggiorno del 1607 al seguito del Duca di Mantova, Rubens rimane impressionato dai meravigliosi palazzi della Superba e decide di farli conoscere nelle Fiandre. Il libro che realizza con questo scopo, I palazzi di Genova, viene pubblicato ad Anversa nel 1622.
Dopo numerosi viaggi tra le città d’Italia, nel 1608 Rubens torna ad Anversa e, grazie alla sua esperienza nel Bel paese e al sostegno dell’arciduca Alberto, raggiunge una fama internazionale che lo consacra come miglior artista fiammingo del suo tempo. Da questo momento in poi i committenti diventano sempre più numerosi e celebri, spingendo Rubens ad organizzare una bottega in cui lavorano persone specializzate che si occupano di realizzare i suoi progetti.
Sono quattro le opere di Rubens tutt’ora conservate a Genova da poter ammirare in luoghi aperti al pubblico.
● Circoncisione :
Conservata nella chiesa del Gesù (chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea), la Pala della Circoncisione è la prima opera genovese di Rubens, commissionata dal gesuita Marcello Pallavicino.
Nell’immagine, espressiva e ricca di pathos, i colori sono usati per definire forme e spazio secondo uno stile influenzato dall’arte veneta.
Nella parte superiore dell’opera un vorticoso gruppo di angeli vola al di sotto delle nubi, squarciate da raggi di luce divina che colpiscono il Bambino Gesù.
Il Bambino occupa il centro della scena ed è ritratto mentre il suo sangue viene versato per la prima volta, rimandando alla futura Passione e Morte.
Le figure che lo attorniano sono dipinte con grande dinamismo. La Madonna gira il volto, sofferente per il dolore del figlio, mentre le figure in secondo piano sono estasiate alla vista degli angeli.
● Miracoli di sant’Ignazio:
L’opera Miracoli di Sant’Ignazio è esposta nella Chiesa del Gesù, nella Cappella di sant’Ignazio. Le decorazioni di questa cappella sono volute da Niccolò Pallavicino, fratello di Marcello (colui che commissiona la Circoncisione).
Alla morte di Niccolò, Marcello esegue le sue volontà, chiedendo la realizzazione di questo quadro a Rubens. Concluso ad Anversa, il dipinto viene spedito a Genova nel 1620.
L’opera ritrae il fondatore dei Gesuiti, Ignazio, rapito in una visione mistica, le braccia allargate per accogliere la grazia del cielo.
Tra le figure in primo piano, che costituiscono una narrazione per immagini dei miracoli compiuti dal Santo, spiccano un’ossessa e diversi malati.
Alle spalle di Sant’Ignazio, alcuni membri del suo ordine osservano la scena con atteggiamento deferente.
● Ritratto di Giovanni Carlo Doria a cavallo:
Quest’opera si trova nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, dove arriva nel 1988 dopo molte vicissitudini. La famiglia Doria lo commissiona nel 1606 in occasione del conferimento dell’ordine di San Giacomo a Giovanni Carlo da parte di Filippo III di Spagna. Il dipinto rimane proprietà della famiglia fino al 1838, poi passa ad un diverso ramo del casato. Nel 1940 il Ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria viene comprato da una collezionista privata, ma l'anno dopo Mussolini lo cede a Hitler, che lo affida al Museo di Linz (Austria). Nel 1948 l’opera viene restituita all’Italia ed è esposta prima a Palazzo Vecchio e successivamente nel Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, per poi fare finalmente ritorno a Genova.
Il ritratto è eseguito con un evidente gusto barocco che mira a coinvolgere ed impressionare grazie alla resa del movimento e ai giochi di luce.
Il cavallo bianco, impennato, si staglia contro lo uno sfondo scuro di un albero possente. Tra i rami, aperti per lasciar passare un tenue bagliore di luce, sta appollaiata un’aquila, simbolo della famiglia Doria.
La croce di San Giacomo spicca rossa sugli abiti dell’elegante figura, che cavalca con maestria pur tenendo le redini morbidamente tra le dita.
● Venere e Marte:
Venere e Marte è uno dei capolavori della maturità di Rubens. Realizzato ad Anversa, vi rimane fino alla morte dell’artista, per poi passare da una collezione privata all’altra ed arrivare infine a Genova. Qui viene acquistato da Francesco De Mari, poi entra a far parte della raccolta del doge Giovanni Francesco II Brignole Sale, la cui ultima erede lo dona al comune nel 1889. Oggi è esposto a Palazzo Bianco.
Opera inizialmente conosciuta come Lanzichenecco con amante a causa degli indumenti della figura maschile, è in realtà una raffinata allegoria mitologica.
Al centro della scena, Venere toglie il simbolo del potere a Marte, che si arrende al desiderio e all'ebbrezza del vino. A porgergli la coppa è Bacco, dio del divertimento e del piacere carnale.
In alto a destra una Furia guarda con rabbia la vittoria dell’Amore sulla Guerra.
Miracoli di sant’Ignazio
Maria Pia Demme