La libertà secondo De André: e se la tagliassero a pezzetti?

Se ti tagliassero a pezzetti (Fabrizio De André, 1981) ha come tema l’amore, ma non nei confronti di una donna come sembrerebbe all’inizio. Infatti, si parla di un grande amore per la libertà, come si chiarisce qualche strofa più avanti dicendo “signora libertà, signorina fantasia”.

La libertà viene quindi personificata, forse per renderla più tangibile, più concreta.

La libertà viene descritta come un aspetto fondamentale, che l’autore incontra per caso: “ti ho trovata lungo il fiume che suonavi una foglia di fiore che cantavi parole leggere, parole d'amore”. Poi ne fa esperienza “ho assaggiato le tue labbra di miele rosso, rosso; ti ho detto: dammi quello che vuoi, io quel che posso” e infine non riesce e soprattutto non vuole più abbandonarla. La libertà di cui non si può fare a meno, la libertà che può apparire anche contraddittoria “con la [sua] nuvola di dubbi e di bellezza”. La libertà che è preziosa e gratuita “così preziosa come il vino, così gratis come la tristezza”, la libertà che ha un valore inestimabile al punto che “se [la] tagliassero a pezzetti, il vento li raccoglierebbe”. La libertà che è anche e soprattutto un dono, al punto che, se venisse a mancare, sarebbero proprio Dio e la natura a ridonarle forza: “il regno dei ragni cucirebbe la pelle e la luna tesserebbe i capelli e il viso e il polline di Dio, di Dio il sorriso”.

Nella versione iniziale, al “signorina fantasia”, De André, il poeta anarchico, sostituisce “signorina anarchia” ma quella versione viene censurata. Per le stesse motivazioni, anche l’originale “il polline di un dio” viene spesso sostituito con “il polline di Dio”. Come in altre occasioni, De André si mostra critico nei confronti del potere e della società in generale, che limitano la libertà. Quest’ultima finisce per ritrovarsi “presa in trappola da un tailleur grigio fumo”. Infatti, per quanto la società si dica libera, è in realtà sottomessa ad una serie di norme e convenzioni che impediscono alla libertà di realizzarsi pienamente. Se ti tagliassero a pezzetti è una sorta di inno alla libertà che, per essere pienamente vissuta, necessita di un cambiamento anche da parte nostra, evitando di incolpare solamente il “potere troppe volte delegato ad altre mani”, in un modo che sarebbe fin troppo comodo.

Il brano, secondo quanto dichiarato da Massimo Bubola (coautore del brano), fa riferimento alla strage di Bologna del 1980: “T'ho incrociata alla stazione, che inseguivi il tuo profumo, presa in trappola da un tailleur grigio fumo. I giornali in una mano, e nell'altra il tuo destino, camminavi fianco a fianco al tuo assassino”.

Secondo Faber, la libertà è così preziosa proprio perché non è scontata o garantita, ma è qualcosa a cui l’uomo per sua natura tende. Infatti, una volta provata non si può che averne nostalgia sperando di incontrrla di nuovo “lungo il filo della notte” o “sulle pietre del giorno”.

Chiara Risso

Traduction en français :

La liberté selon De André : et si on la coupait en morceaux ?

Se ti tagliassero a pezzetti (Fabrizio De André, 1981) a comme thème principale l’amour, mais il ne s’agit pas de l’amour envers une femme, comme on pourrait penser au début. En effet, le chanteur évoque un grand amour pour la liberté, comme il devient clair quelques lignes plus tard à travers les mots « madame liberté, mademoiselle fantaisie ». La liberté est ainsi personnifiée, peut-être pour qu’elle soit plus tangible, plus concrète.

La liberté est décrite comme un aspect fondamental, que l’auteur rencontre par hasard : « je t’ai trouvé le long du fleuve quand tu jouais une feuille de fleur et chantais des paroles légères, des paroles d’amour ». Ensuite il en fait l’expérience « j’ai gouté tes lèvres de miel rouge, rouge ; je t’ai dit : donne-moi ce que tu as et moi ce que je peux » et au final il n’arrive pas et il ne veut surtout pas l’abandonner. Il s’agit d’une liberté à laquelle on ne peut pas renoncer, une liberté qui peut même paraître contradictoire « avec [son] nuage de doutes et de beauté ». Une liberté qui est précieuse et gratuite « précieuse comme le vin, gratuite comme la souffrance », une liberté avec une valeur inestimable au point que «  si on [la] coupait en morceaux, le vent les ressemblerait ». Une liberté qui est aussi et surtout un don, à tel point que, si elle devait disparaître, ce seraient Dieu et la nature qui lui redonneraient la force : « le royaume des araignées coudrait ta peau et la lune tisserait tes cheveux et le pollen de Dieu te donnerait le sourire ». 

Dans la version initiale, à la place de « mademoiselle fantaisie » figurait « mademoiselle anarchie ». Cependant, cette version de Faber, appelé le « poète anarchiste », subit la censure. Pour les mêmes raisons, également « le pollen d’un dieu » est le plus souvent remplacé par « le pollen de Dieu ». Comme dans d’autres occasions, De André a une attitude critique envers le pouvoir et la société en générale, comme ils limitent la liberté qui se retrouve finalement « emprisonnée par un tailleur gris fumé ». En effet, même si la société affirme d’être libre, elle est en réalité soumise à toute une série de normes et de conventions qui empêchent la pleine réalisation de la liberté. Se ti tagliassero a pezzetti constitue ainsi une sorte d’hymne à la liberté qui, pour être vraiment vécue, nécessite d’un changement aussi de notre part, qui devons éviter d’accuser uniquement le « pouvoir trop souvent délégué à d’autres mains », d’une façon qui serait bien trop facile.

Le texte, selon ce qui a été déclaré par Massimo Bubola (coauteur), fait référence à l’attentat de la gare de Bologne en 1980 : « Je t’ai rencontrée à la gare, tu suivais ton parfum, emprisonnée par un tailleur gris fumée. Les journaux dans un main, et le destin dans l’autre, tu marchais à côté de ton assassin ».

Selon Faber, la liberté est si précieuse justement parce qu’elle ne va pas de soi, elle n’est pas garantie, mais il s’agit de quelque chose vers laquelle l’homme tend par sa nature. En effet, une fois vécue on ne peut qu’en avoir nostalgie tout en espérant de la rencontrer à nouveau « le long du fil de la nuit » ou « sur les pierres du jour ».

Chiara Risso

TESTO

Se ti tagliassero a pezzetti
Il vento li raccoglierebbe
Il regno dei ragni
Cucirebbe la pelle
E la luna tesserebbe
I capelli e il viso
E il polline di Dio
Di Dio il sorriso

Ti ho trovata lungo il fiume
Che suonavi una foglia di fiore
Che cantavi parole leggere parole d'amore
Ho assaggiato le tue labbra
Di miele rosso rosso
Ti ho detto dammi quello che vuoi
Io quel che posso

Rosa gialla rosa di rame
Mai ballato così a lungo
Lungo il filo della notte
Sulle pietre del giorno
Io suonatore di chitarra
Io suonatore di mandolino
Alla fine siamo caduti sopra il fieno

Persa per molto persa per poco
Presa sul serio presa per gioco
Non c'è stato molto
Da dire o da pensare
La fortuna sorrideva
Come uno stagno a primavera
Spettinata da tutti i venti
Della sera

E adesso aspetterò domani
Per avere nostalgia
Signora libertà signorina fantasia
Così preziosa come il vino
Così gratis come la tristezza
Con la tua nuvola di dubbi e di bellezza

T'ho incrociata alla stazione
Che inseguivi il tuo profumo
Presa in trappola
Da un tailleur grigio fumo
I giornali in una mano
E nell'altra il tuo destino
Camminavi fianco a fianco
Al tuo assassino

Ma se ti tagliassero a pezzetti
Il vento li raccoglierebbe
Il regno dei ragni
Cucirebbe la pelle
E la luna la luna tesserebbe
I capelli e il viso
E il polline di Dio
Di Dio il sorriso

 

 

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