Palazzo Agostino Pallavicino

Primo edificio che apre Strada Nuova sul lato a monte, il palazzo venne edificato per Agostino Pallavicino a partire dal 1558. Inserito già nel rollo del 1576 al primo bussolo, è opera di Bernardino Cantone, sebbene la critica, che per anni vi ha visto la mano di Galeazzo Alessi, lo metta in strettissima relazione con le opere genovesi e milanesi dell’architetto perugino.

Il palazzo affaccia sulla strada con un prospetto fortemente strutturato dal punto di vista architettonico: “agganciato” a terra da un bugnato in pietra di Promontorio sul quale si innestano le finestre a edicola e su mensole (“inginocchiate” secondo il modello michelangiolesco) e il raffinato portale in marmo bianco, connotato da una trabeazione dorica con fregio a triglifi e metope e concluso da un frontone centinato spezzato che accoglie lo scudo con l’arma familiare. Lo stesso modulo compositivo è reiterato per il piano nobile, separato dal terreno dal un marcapiano con motivo decorativo a greca, e per il piano del mezzanino.
Il consueto cannocchiale ottico che vedeva lo sviluppo, in sequenza, di atrio, cortile e giardino (scomparso in seguito all’apertura dei tunnel veicolari di Portello) – con l’imbocco dello scalone monumentale sul lato del secondo -, è oggi falsato dall’allestimento che l’Istituto di credito che ne detiene oggi la proprietà ha dato al cortile, chiudendolo a tetto e negandone la funzione di diaframma.
Di grande interesse la decorazione a fresco, che vede all’opera gli artisti chiamati dal Pallavicino, Andrea e Ottavio Semino, che lavorano alle volte dei salotti del piano terreno con episodi di storia antica, probabilmente di matrice plutarchea (Storie di Alessandro; Storie di Scipione) e del piano nobile (Ratto delle Sabine) tra cui il grande affresco del salone, che narra le Storie di Psiche e del grande Convito per le nozze di Amore e Psiche: episodi introdotti, sulle pareti, da scene di paesaggio raffiguranti i piaceri della vita in villa.
Con l’apertura di via Interiano, tracciata dall’architetto Ignazio Gardella senior nel 1854, il palazzo viene tagliato su un fianco e rivestito da un paramento in pietra e marmo a modello del prospetto preesistente.

(VisitGenoa)

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