Palazzo Angelo Giovanni Spinola

Eretto come un blocco compatto sul lato a monte della via a partire dal 1558 per volere di Angelo Giovanni Spinola di Luccoli, banchiere del Re e Ambasciatore della Repubblica, su uno dei lotti più prestigiosi di Strada Nuova, il palazzo, opera dell’architetto di origini imperiesi Giovanni Ponzello, venne ampliato già all’indomani della morte del primo committente per volere del figlio Giulio, erede del fedecommesso, e da subito iscritto nel Rollo del 1576

, al primo bussolo. Passato in proprietà a Istituti di Credito nei primi decenni del Novecento, che vi apportarono importanti modifiche nella distribuzione interna e che detengono a tutt’oggi la proprietà, il blocco compatto dell’edifico è “sfondato” illusivamente da un ampio prospetto, recentemente restaurato, che si affaccia sulla Strada Nuova con un’importante decorazione a fresco dalla vivace policromia, opera dei fratelli Lazzaro e Pantaleo Calvi e del Semino, raffigurante elementi architettonici ficti, momenti di storia romana, uomini in arme e Cesari, vittorie alate, scene allegoriche, trofei d’armi e panoplie quale magnificazione delle glorie militari della stessa famiglia Spinola.
Aperto sulla strada con un interessante e arioso atrio, il palazzo era attraversato da un grandioso percorso sviluppato in ascesa che proseguiva in un ninfeo per terminare, al livello del piano nobile, in uno scenografico giardino sviluppato sulle pendici della collina del Castelletto, oggi non più leggibile perché smantellato nel corso della prime metà del Novecento per la realizzazione delle gallerie della Zecca.
Lo spazio dell’atrio svolge anche la funzione di proseguire nella narrazione delle glorie familiari iniziate nel prospetto: coperto da una volta a padiglione lunettata su base quadrata, decorata a fresco con lo straordinario quadro riportato centrale di forma ottagonale raffigura, infatti, la Battaglia di Gherardo Spinola contro i Fiorentini, opera di Marco Antonio, Aurelio e Felice Calvi.
Allo stesso mondo sono glorificate la discendenza, la virtù e le gesta presenti e passate degli Spinola negli spazi interni della dimora, caratterizzati, al piano terreno, da un importante ciclo di affreschi dedicato alla narrazione delle gesta di Alessandro Magno (salone del piano nobile), a scene di battaglia cui parteciparono gli stessi membri della famiglia (tra le quali spiccano lo Schieramento navale per la battaglia di Lepanto e la Presa delle isole Terceras) e di episodi di storia romana (Trionfo di Ottaviano e Storie di Celopatra) cui lavorarono le botteghe dei Calvi, dei Semino, Bernardo Castello con la collaborazione Lazzaro Tavarone, allievo di Luca Cambiaso appena rientrato dalla Spagna.
Particolarmente interessanti gli affreschi di una sala del piano nobile (la cosiddetta Sala di Sofonisba) affacciata sul giardino a monte del palazzo, recentemente riscoperti e restaurati: opera di Lazzaro Tavarone, raffigurano il palazzo stesso nella sua completa veste decorativa nonché alcuni aspetti del giardino come era nella sua primigenia forma, inseriti all’interno di un brano paesaggistico ideale, dando così testimonianza diretta dello stretto rapporto che intercorreva tra interno ed esterno, tra architettura e strada.

(VisitGenoa)

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