Strada Nuova
Strada Nuova, Strada Maggiore, Via Aurea o Rue des Rois (la via dei Re), come la definì Madame De Staël, rappresenta uno degli interventi urbanistici più rivoluzionari della Genova rinascimentale e, probabilmente, il primo esempio di lottizzazione in Europa.
Ne furono promotori i Padri del Comune e i Deputati alla fabbrica di San Lorenzo, alla ricerca di risorse per il completamento ed il restauro della Cattedrale.
L'idea era quella di realizzare un lussuoso quartiere residenziale costituito da un asse stradale delimitato da una successione di palazzi nobiliari. In ciò possiamo chiaramente individuare un'evoluzione di quella "corte familiare" che per secoli aveva caratterizzato l'urbanistica genovese: da una piazza privata attorno alla quale sorgevano le dimore e i palazzi di una famiglia (un esempio fra tutti è Piazza San Matteo), si passava ad una via dove più famiglie avrebbero edificato le proprie residenze di rappresentanza.
Precedentemente questa zona era occupata dai lupanari della città, un vero e proprio quartiere "a luci rosse" gestito dal Comune, con cancelli e orari di accesso. La realizzazione di Strada Nuova impose l'esproprio e l'abbattimento di questo quartiere e lo spianamento di parte del monte Albano su cui sorgeva.
Nel 1550 fu progettato così il nuovo asse viario, gli spazi furono suddivisi in lotti e messi in vendita. Gli acquirenti appartenevano tutti alla nobiltà vecchia ed avevano stretti legami economici con la Corona di Spagna: Spinola, Lercari, Pallavicino, Grimaldi. Nel 1551 vennero allestiti i primi cantieri. I palazzi sul lato monte poterono sfruttare il declivio collinare e all'impianto atrio - cortile aggiunsero ampi giardini terrazzati. Sul lato a valle il minor spazio a disposizione costrinse a creare giardini sopraelevati, affacciati sulle vecchie case medievali. I lavori si protrassero per circa quarant'anni ma fu solo alla fine XVII secolo che la strada assunse l'aspetto attuale, con la costruzione di Palazzo Rodolfo e Francesco Brignole-Sale (palazzo Rosso) e l'adattamento del preesistente Palazzo Luca Grimaldi (palazzo Bianco), antecedente al progetto della via e con l'ingresso su salita San Francesco.
Come già accennato, Strada Nuova era stata progettata come una via di rappresentanza e non come un asse urbano liberamente percorribile: il lato a Ponente era chiuso e adornato con una fontana. Fu solo alla fine del Settecento, con l'apertura della Strada Nuovissima (Via Cairoli) e l'adattamento a pubblica piazza dei giardini di Palazzo Gio Carlo Brignole (piazza della Meridiana), che Strada Nuova divenne parte di quella primitiva circonvallazione a monte che, aggirando il fitto dedalo dei caruggi, collegava piazza Fontane Marose con la Nunziata e la Strada Balbi.
Dodici palazzi, sei per lato, che rappresentano un autentico trionfo del tardo Rinascimento e del Barocco genovese, la più autentica testimonianza della ricchezza, del gusto e dell'opulenza dell'aristocrazia cittadina.
Nel dettaglio:
Palazzo Angelo Giovanni Spinola
Palazzo Giacomo e Pantaleo Spinola
Palazzo Rodolfo e Francesco Brignole-Sale
Dal 13 luglio 2006 Strada Nuova è inserita, insieme a tutto il sistema dei Rolli, fra i Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.
Paola Spinola